Sabato 17 Dicembre 2022 l’ISISS “G. B. Novelli” di Marcianise ha partecipato alla Manifestazione di accoglienza della Teca “Quarto Savona Quindici “, l’auto su cui viaggiavano i polizotti della scorta del giudice antimafia Giovanni Falcone, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” di S. Maria Capua Vetere.
L’evento si è svolto alla presenza del prefetto di Caserta dott. Giuseppe Castaldo, del Questore di Caserta dott. Antonino Messineo, del Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” dott. Raffaele Picaro, del Direttore Generale USR della Campania dott. Ettore Acerra, del Presidente dell’Associazione “Quarto Savona Quindici” Tina Montinaro, dei rappresentanti degli studenti degli Istituti Superiori della provincia di Caserta.
In rappresentanza dell’ISISS “G.B. Novelli” di Marcianise, grazie alla disponibilità della Dirigente scolastica prof.ssa Emma Marchitto, particolarmente sensibile ai temi della legalità, hanno partecipato le alunne della classe V B del Liceo delle Scienze Umane, e i due Rappresentanti degli studenti eletti in seno al Consiglio d’Istituto, Giordano Antonio, V AEG, e Cuccaro Angela, III AU, accompagnate dalle docenti Caterina Vesta, Angela Moretta e Giovanna Tartaglione.
Dopo aver accolto la Teca della “Quarto Savona Quindici”, nell’Aulario della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, hanno fatto il loro intervento tutte le autorità presenti e gli alunni dei vari Istituti della provincia di Caserta. Per l’ISISS “G.B. Novelli” è intervenuta l’alunna Fabiana Iavarone della V B del Liceo delle Scienze Umane leggendo la lettera, redatta sotto la guida della Prof.ssa Caterina Vesta, che la classe ha dedicato a Rocco Dicillo, uno dei poliziotti della scorta del giudice Falcone anch’egli vittima della Strage di Capaci del 23 maggio 1992,.
L’evento si è concluso con l’intervento di Tina Montinaro, Presidente dell’Associazione “Quarto Savona Quindici”, moglie di Antonio Montinaro poliziotto caposcorta del giudice Giovanni Falcone, anch’egli deceduto nell’attentato del 23 maggio 1992.
Tina Montinaro ha manifestato l’apprezzamento per gli interventi degli studenti presenti all’evento e con parole chiare ed incisive ha rimarcato, quale scopo principale del “viaggio della Teca” lungo il Paese, la lotta contro la criminalità organizzata e la necessità di far conoscere ai giovani eventi del passato, come la strage di Capaci, anche per scuotere le coscienze contro la diffusa omertà che spesso ostacola il ripristino della legalità.
“Caro Rocco,
non ho potuto conoscerti fisicamente, forse perché ad un certo punto la sorte ha deciso per te e la tua vita ha cambiato direzione, lasciando che il tuo giovane corpo morisse, lacerato da menti assassine, in un soleggiato giorno di maggio. Sono trascorsi 30 anni. Io allora non ero ancora nata ma ho imparato a comprendere, attraverso il racconto di chi c’era, fin dove può spingersi la crudeltà umana, ho imparato a capire che l’umanità, in certe situazioni, non fa parte dell’uomo.
Più volte mi sono chiesta:
Dove va a finire un sogno che viene infranto?
Che senso ha una vita breve rispetto ai sogni non realizzati?
Un sogno infranto può dare dei frutti?
La risposta che mi sono data è sempre la stessa:
una vita interrotta in un modo ignobile può paradossalmente rivelarsi “una nuova speranza” per gli altri.
Si, Rocco, perché il sacrificio tuo e delle altre vittime di quel funesto giorno a Capaci – VITO SCHIFANI, ANTONIO MONTINARO, FRANCESCA MORVILLO E GIOVANNI FALCONE – non è passato invano se dopo tanti anni, siamo qui a ricordarlo, noi che non c’eravamo.
Sono sicura che la tua caparbietà nell’inseguire gli ideali di legalità e giustizia possa essere uno stimolante esempio per le nuove generazioni. Infatti tu che eri a conoscenza dei rischi, hai sfidato l’illegalità e la violenza sacrificando la tua vita, trasformandola in testimonianza. Troppo presto te ne sei andato ma il tuo senso civico e gli ideali per cui hai combattuto saranno gli elementi essenziali per una rinascita collettiva, a discapito degli animi omertosi.
Si, perché il sistema mafioso è mirato a questo: indurre chi sa a tacere, per non morire.
Ma quella parte malata della società non aveva calcolato che la tua morte, nel contesto di una strage computata, non avrebbe solo terrorizzato il mondo, spettatore attonito, ma avrebbe spinto le persone di buon senso ad inseguire la verità ad ogni costo. E oggi tutti noi siamo consapevoli che, di quel triste 23 maggio, troppe cose sono ancora nell’ombra.
Ripenso alla lungimiranza di Leonardo Sciascia, attento osservatore della realtà criminosa, con la sua sollecitazione a perseguire la verità nonostante sia coperta di nebbia. Una nebbia fatta di corruzioni e poteri che invece di dissiparsi, spesso rischia di diffondersi.
Il nostro sguardo non può essere annebbiato, proprio come il tuo, caro Rocco, che hai avuto il coraggio di affacciarti a guardare oltre una triste coltre di ipocrisie.
Tu, che come noi portavi con te un bagaglio di sogni e ambizioni, intrepido, hai continuato per la tua strada, vincendo ogni paura. La tua storia e quella degli altri martiri, Vito, Antonio, Francesca e Giovanni, non potrà essere dimenticata.
La vostra memoria continuerà ad essere trasmessa alle generazioni che verranno, anche da noi futuri insegnanti, giornalisti, scrittori, o gente comune.
La strada che apparentemente è stata interrotta dallo scoppio di potenti esplosivi, in realtà è rinata fortificata da una nuova consapevolezza, alimentata dal dolore dei vostri cari e di tutto l’universo delle persone perbene.
È inimmaginabile il dolore delle persone amate ad una tale sciagura. Tu, Rocco, con la tua ragazza, ALBA TERRASI, avevi in mente un favoloso avvenire con un matrimonio nell’immediato che avrebbe consolidato il sogno comune. Con la tua fine anche Alba, incolpevole compagna di una persona perbene ha visto morire una parte di sé. “A Capaci è esplosa anche la mia vita”… Così ella si espresse in una dichiarazione.
Ma un sacrificio così grande non può andare nel dimenticatoio e proprio la tua Alba, continuando il suo percorso di vita, oggi ti ricorda al mondo dicendo che le persone eroiche come te sono morte per dare ai bambini un mondo più sano in cui crescere.
Perciò, commemorarti oggi non è un caso ma è la conferma che il tuo ricordo ci anima e ci invita ad un risveglio collettivo.”
La classe V B del Liceo delle Scienze Umane ISISS G.B. Novelli di Marcianise